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C’è un famoso verso che dice: quando Saraswati dona la sua benedizione, uno stupido diventa un poeta.

La leggenda

Nel vasto pantheon della mitologia induista, una delle divinità più amate e adorate, e forse meno conosciuta in occidente, è Saraswati la dea della parola creatrice.

La leggenda narra che il dio Brahma non sapeva come creare l’universo dal caos di materia ed energia primordiale.

La dea Saraswati arrivò cavalcando un cigno bianco, l’hamsa, pulsando di energia.

La sua divina potenza, la sua Shatki, risvegliò la capacità creativa di Brahma, insieme alla sua volontà di dare origine a tutto.

Dallo strumento della dea emersero mantra sacri e Saraswati insegnò a Brahma come trasformare tali suoni in energie che plasmarono i mondi.

Saraswati è spesso raffigurata come una giovane donna elegante e serena, seduta su un loto bianco che simboleggia la purezza.

È adornata con abiti bianchi, che rappresentano la purezza spirituale, e tiene nelle sue quattro mani oggetti simbolici:

  • un mala, per la concentrazione e la meditazione,
  • un libro, per la conoscenza e l’apprendimento,
  • una vina, uno strumento musicale a corda, per l’arte e la creatività e
  • un fiore di loto, simbolo dell’illuminazione spirituale.

Nella tradizione induista, Saraswati è spesso associata con il fiume che porta il suo stesso nome, che scorre attraverso la regione nord dell’India.

La potenza creativa del suono

Sally Kempton, grande studiosa delle dee del tantra yoga, dice che Saraswati fluisce in noi quando scegliamo un sentiero inventivo o realizziamo un’intenzione.

Saraswati vive in ogni nuovo istante creativo, quando l’ispirazione emerge dal campo della coscienza, quando un’idea prende forma, come impulso interiore che viene da un luogo più profondo della mente ordinaria, pronto a danzare sulla nostra lingua

Sia nei Veda che nel Tantra il potere della parola è un potere creativo, come narrato nella leggenda della creazione del tutto di Brahama e del mantra Ohm che si dice contenga l’intera gamma di vibrazioni che costituiscono l’universo.

Il suono ha un’importanza fondamentale come strumento di creazione in molte tradizioni spirituali e filosofiche in cui si crede che l’universo sia stato creato attraverso il suono primordiale o il suono cosmico.

Interessante, visto che la teoria del Big Bang afferma che l’universo è nato da un‘esplosione sonora primordiale, in cui tutto l’universo è emerso da un singolo punto di origine.

Nei testi biblici troviamo: in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Molte tradizioni sciamaniche e indigene utilizzano il suono come strumento per entrare in uno stato alterato di coscienza, comunicare con il mondo spirituale e guarire.

I tamburi, i canti e gli strumenti musicali vengono utilizzati per creare vibrazioni e risonanze che facilitano la connessione con il divino e l’armonizzazione con l’energia universale.

Anche nel buddismo, il suono riveste un ruolo significativo.

Nel buddismo tibetano, ad esempio, si pratica la recitazione del mantra, così come nelle tradizioni induiste, un metodo per trasformare la mente e generare stati di illuminazione.

Per tenere il conto delle ripetizioni del mantra si utilizza un japa mala, o semplicemente mala, formato da 108 grani, come quello che tiene in una delle sue mani Saraswati o che si trova in tantissime raffigurazioni buddiste e induiste.

I suoni sacri hanno il potere di creare, trasformare e connettere con il divino e l’essenza stessa dell’universo, sono una forza vibrante che influenza la nostra esperienza e hanno un impatto profondo sulla nostra coscienza e sulla realtà circostante.

Saraswati come ispirazione

Saraswati è considerata la protettrice:

  • degli artisti,
  • dei poeti,
  • degli scrittori,
  • dei musicisti e
  • di tutti coloro che cercano la conoscenza e l’ispirazione creativa.

I suoi devoti pregano per ottenere il suo sostegno nella loro ricerca di apprendimento e per essere guidati nel percorso della conoscenza.

Anche noi possiamo meditare sulla dea quando studiamo, per potenziare la memoria e l’intuizione, per trovare risposta a domande, quando abbiamo problemi di comunicazione.

L’energia di Saraswati incarna anche il potere del discernimento, viveka. Viveka è la nostra capacità di separare gli impulsi del nostro sè inferiore da quelli che provengono dal sè più elevato. Uno dei doni di Saraswati è la discriminazione per separare la conoscenza veritiera, che libera da quel genere di informazione che crea confusione e paura. (Sally Kempton)

E oggi ne abbiamo molto bisogno.

 

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