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Nel vasto panorama delle divinità induiste, poche sono altrettanto affascinanti e potenti quanto la dea Kali.

Conosciuta per il suo aspetto feroce e la sua natura distruttiva, Kali rappresenta un lato oscuro e straordinariamente potente del femminile.

Tuttavia, dietro la sua forma spaventosa e la sua rabbia apparentemente inarrestabile, Kali offre preziosi insegnamenti sulla vita e la trasformazione.

In questo articolo, esploreremo i vari aspetti simbolici di Kali e come possiamo trarre ispirazione da questa dea per abbracciare il nostro potenziale interiore.

Iconografia

Le rappresentazioni di Kali possono variare in dettagli ed interpretazione a seconda della tradizione e, naturalmente, dell’artista che la raffigura.

La sua iconografia è ricca di simbolismo.

Kali è spesso raffigurata con una pelle di colore blu o scuro, che simboleggia il potere cosmico e la trascendenza oltre il bene e il male, i capelli sono sciolti e disordinati, rappresentano il suo aspetto selvaggio e la sua natura incontrollabile, così come la lingua rossa estesa.

Indossa una collana di teste decapitate, la cintura è fatta di mani mozzate.

Solitamente ha più braccia, come tutte le divinità, le mani tengono diversi simboli:

  • una spada,
  • il tridente,
  • un calice,
  • un teschio.

In alcune rappresentazioni, Kali è raffigurata con il suo piede destro poggiato su Shiva, che potrebbe simboleggiare la supremazia sulla creazione e la distruzione.

Kali come rabbia trasformativa

La dea Kali è un simbolo potente di rabbia trasformativa nel contesto del divino femminile, è la Shakti nella sua forma più ardente e liberatoria.

Molte società e culture hanno storicamente condizionato le donne a rispondere con gentilezza, a sopprimere la rabbia e a nascondere le emozioni intense, per adattarsi agli ideali di femminilità imposti dalla società.

Questa gentilezza può essere malinterpretata come debolezza o passività, ma spesso nasconde una profonda forza interiore e una rabbia repressa.

Kali, con la sua iconografia feroce e la sua energia trasformativa, rappresenta l’audacia e la ribellione contro queste norme sociali restrittive, incarna la lotta per il proprio spazio, la propria identità e la propria autenticità.

La sua pelle scura e i suoi occhi infuocati simboleggiano la determinazione a sfidare il sistema e a distruggere tutto ciò che è ingiusto e oppressivo.

La rabbia di Kali è una forza che può essere vista come un’energia creativa, spesso la violenza è necessaria alla creazione, pensiamo al parto.

Quando le donne abbracciano la loro rabbia, possono usarla per trasformare le loro vite e non solo; non è una rabbia distruttiva nel senso negativo, ma piuttosto  un catalizzatore per il cambiamento.

Kali ci insegna che è importante abbracciare tutte le nostre emozioni, compresa la rabbia, e usarle come strumento per la crescita personale e il progresso sociale.

Risanare il cuore

La lezione più profonda di Kali è che dietro il velo delle emozioni negative c’è un amore universale e incondizionato che può essere scoperto solo quando superiamo le barriere del nostro ego e delle nostre paure.

E’ importante affrontare i sentimenti negativi che risiedono nel nostro cuore come desiderio, paura, gelosia, traumi, rabbia.

Il desiderio, se non regolato, può portare a un attaccamento, specialmente alle cose materiali.

Questo attaccamento conduce a sofferenza e insoddisfazione.

La paura è spesso una forza paralizzante che ci impedisce di vivere pienamente e di esprimere noi stesse.

Kali con la sua immagine spaventosa ci mostra che possiamo affrontare le nostre paure e trasformarle in coraggio.

Rappresenta la comprensione più profonda della dualità umana, ci insegna che, anche nelle situazioni più oscure e dolorose, c’è un nucleo di amore e saggezza, a trovare l’amore dietro il dolore della vita.

L’amore può manifestarsi come compassione per noi stesse e per gli altri, come un profondo senso di empatia e connessione con tutte le forme di vita.

Quando affrontiamo il dolore anziché evitarlo o negarlo, possiamo arrivare a una comprensione più profonda del mondo che ci circonda.

Arrenderci all’ombra

Kali ci invita a riflettere sulla nostra ombra e ci sfida ad affrontarla e ad abbracciarla.

L’ombra rappresenta il lato oscuro e nascosto di noi, le parti che preferiamo ignorare o nascondere, ma che sono fondamentali per la trasformazione e la crescita spirituale: dobbiamo guardare profondamente dentro di noi e confrontarci con la nostra ombra anziché ignorarla.

Incontrare le nostre paure, i nostri desideri repressi, la nostra rabbia nascosta e altre emozioni negative, può essere doloroso e sconvolgente.

Kali ci insegna che l’azione di arrenderci alle nostre ombre non è una debolezza, ma una forza.

È un atto di coraggio e di onestà personale che può portare alla nostra evoluzione spirituale.

Quando riconosciamo e accettiamo le nostre ombre, diventiamo più completi e autentici come individui.

Scrive Sally Kempton nel suo bellissimo libro “Il risveglio della Shakti” e che è stata fonte d’ispirazione per questo articolo:

“A volte mi sembra che le donne che vengono possedute da Kali portino il dolore e la rabbia di millenni, come se si fossero aperte alla rabbia accumulata di milioni di donne ferite, stratificata nell’inconscio collettivo, chiedendo una qualche forma di liberazione…. Se prestiamo attenzione, Kali ci può insegnare come incanalare l’energia in modo da riconoscere, integrare e onorare profondamente le forze del cambiamento, incluso quello che avviene nell’incontro con le energie oscure del mondo.”

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